Riforma del lavoro sportivo: cosa cambia dal 2023
Il nuovo decreto correttivo della riforma dello sport, entrerà in vigore dal 1° gennaio 2023: cosa cambia per i contratti di lavoro, esenzioni e tassazione.
Nonostante la riforma in atto, l'impianto base sul lavoro sportivo rimane invariato: i lavoratori sportivi potranno essere inquadrati con un contratto di lavoro subordinato, autonomo oppure nella forma del lavoro parasubordinato ovvero con un contratto di collaborazione coordinata e continuativa (co.co.co).
Le nuove regole prevedono quest’ultima tipologia contrattuale (co.co.co) per quelle prestazioni la cui durata non deve essere superiore alle 18 ore settimanali, con l'esclusione delle eventuali partecipazioni a manifestazioni sportive organizzate in ottemperanza ai regolamenti degli organismi CONI.
Queste modifiche sicuramente portano un inquadramento più sereno e pragmatico per tutti gli operatori del settore. Sicuramente il limite delle 18 ore andrà chiarito perché ad oggi crea diversi dubbi interpretativi. Parliamo di una media oraria da non superare come ad esempio avviene nella normativa per l'orario di lavoro; oppure parliamo di un limite mensile inderogabile?
In caso di superamento il rapporto si trasforma automaticamente in un rapporto di lavoro subordinato?
Altra novità riguarda la soglia di esenzione che ridotta dagli attuali € 10.000 a € 5.000. Non superando questa soglia il lavoratore sportivo non dovrà:
- effettuare nessuna dichiarazione fiscale (730-Unico persone fisiche);
- l'importo non sarà considerato reddito e quindi non si cumulerà con eventuali altri redditi percepiti dallo stesso;
- non ci saranno trattenute previdenziali e quindi non ci sarà neanche nessuna tutela (malattia, maternità, disoccupazione).
Al superamento dei € 5.000, dovranno essere effettuate le trattenute previdenziali, rimanendo infatti esente da un punto di vista strettamente fiscale.
Per i primi 5 anni dall'entrata della riforma, la base imponibile sarà pari al 50%, concedendo così ai lavoratori, ma soprattutto alle società sportive un margine organizzativo per gestire i maggiori costi derivanti dalla contribuzione previdenziale.