Ricerca e Sviluppo, senza il parere del MISE il recupero del credito è illegittimo

Il Fisco è obbligato a richiedere e ottenere un preventivo parere dal MISE in caso di disconoscimento di un credito di imposta per attività di ricerca e sviluppo che si fondi su complesse valutazioni tecnico-scientifiche

Ricerca e Sviluppo, senza il parere del MISE il recupero del credito è illegittimo

È illegittimo il disconoscimento di un credito d'imposta per attività di ricerca e sviluppo congruamente documentato dal contribuente se l'accertamento dell'Amministrazione finanziaria sulla natura dell'attività svolta non è supportato e confermato da un parere del Ministero dello Sviluppo Economico (MISE). E ciò perché quest'ultimo è l'unico soggetto competente a verificare in concreto la natura dell'attività svolta e la sua riconducibilità nelle fattispecie agevolabili.

È quanto affermato dalla Commissione Tributaria Provinciale di La Spezia con la recente sentenza 16 settembre 2022 n. 276, la quale conferma un trend giurisprudenziale che si sta consolidando.

Le conclusioni raggiunte dai giudici sono sicuramente condivisibili in quanto rispettose del riparto di competenze tra pubbliche amministrazioni, quale espressione dei principi costituzionali che devono informare l'azione amministrativa, anche tributaria. Oltre, ovviamente, a consolidare un filone giurisprudenziale favorevole al contribuente che, si spera, possa offrire anche lo spunto per una riflessione interna all'Amministrazione finanziaria circa le modalità di esercizio del proprio potere di verifica ed accertamento.

Tuttavia, va ricordato che, in caso di problematiche tecniche complesse, il parere del MISE, pur se necessario ai fini della legittimità dell'atto impositivo, esprime comunque una posizione di parte che, se errata nel merito, giustificherà comunque l'annullamento dell'atto perché infondato.

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