Prima casa, cosa succede in caso di rottura della convivenza?
Perde i benefici il convivente che, prima dei 5 anni dall'acquisto dell'immobile agevolato, venda, a seguito della rottura della convivenza, la propria quota della prima casa all'altro convivente, senza acquistare una nuova abitazione entro un anno dalla vendita.
Due conviventi di fatto avevano acquistato un immobile da adibire a casa d'abitazione usufruendo delle agevolazioni prima casa. A seguito della rottura del rapporto di convivenza, uno dei due trasferiva all'altro la propria quota di proprietà dell'immobile, pari alla metà dell'intero, senza procedere all'acquisto di una nuova abitazione con i requisiti prima casa entro un anno dalla vendita.
Per la Corte di Cassazione, chiamata a pronunciarsi sul caso e sull’eventuale perdita dei benefici prima casa, se un convivente prima dei cinque anni dall'acquisto dell'immobile agevolato, aliena, a seguito della rottura del rapporto di convivenza, la propria quota della prima casa all'altro convivente, senza acquistare una nuova abitazione entro un anno dalla predetta alienazione, decade dall'agevolazione (Cass. 1° luglio 2022 n. 20956).
La vendita o donazione degli immobili acquistati con i benefici prima casa prima del decorso del termine di cinque anni dalla data del loro acquisto, comporta, infatti, la decadenza dell'agevolazione. Se però il contribuente entro un anno dall'alienazione dell'immobile procede all'acquisto di altro immobile da adibire a propria abitazione principale, la decadenza può venir meno.
Al caso di specie, secondo i giudici, non può neppure essere applicata l'esenzione dalle imposte per gli atti, i documenti ed i provvedimenti relativi al procedimento di scioglimento del matrimonio che non opera con riferimento al trasferimento immobiliare stipulato a seguito della cessazione della convivenza. E neppure è sussistente una causa di forza maggiore atta ad escludere la decadenza dall'agevolazione.