Patent box: è possibile il cumulo con il credito ricerca e sviluppo?
Per l’Associazione fra le società italiane per azioni (ASSONME) la fruizione congiunta dei due incentivi non è preclusa se non si eccedono i costi sostenuti e viene rispettata la regola della cd. “nettizzazione” dei costi.

Secondo l’analisi svolta dall’Associazione fra le società italiane per azioni (ASSONME) è possibile cumulare il Patent box con il credito d’imposta ricerca e sviluppo a condizione, però, che la fruizione congiunta dei due incentivi non ecceda i costi sostenuti e venga rispettata la regola della cd. “nettizzazione” dei costi.
La tematica dei rapporti tra le agevolazioni è stata pure esaminata in uno dei quesiti posti all'Agenzia delle Entrate nel corso dell'ultima edizione di “Telefisco”, il tradizionale incontro con la stampa specializzata, tenutasi lo scorso 15 giugno.
Più in particolare, è stato chiesto ai tecnici dell’amministrazione finanziaria se, a seguito della possibilità di cumulo tra il credito d'imposta ricerca e sviluppo e la deduzione maggiorata del 110% dei costi, la documentazione “idonea” ad attivare la penalty protection per la deduzione del nuovo patent box possa avere rilievo anche in relazione ai controlli relativi al credito d'imposta ricerca e sviluppo. La risposta fornita è stata, purtroppo, negativa.
Secondo l'Agenzia delle Entrate, infatti, la documentazione “idonea” ad attivare l'esimente sanzionatoria in caso di rettifica della maggiorazione del 110%, non avrebbe rilievo anche in relazione ai controlli relativi al credito d'imposta ricerca e sviluppo. Ciò in quanto il menzionato la disciplina fa esclusivo riferimento alle ipotesi di rettifica della maggiorazione determinata dai soggetti che abbiano optato per il nuovo regime del patent box.
Per tale motivo, in virtù del “principio di legalità” che caratterizza il sistema sanzionatorio, si ritiene che non sia possibile estendere l'esimente sanzionatoria a fattispecie non espressamente previste.