Note di variazione in diminuzione, il caso del creditore inerte

L’Agenzia delle Entrate: è necessario valutare se la prescrizione del credito possa rappresentare autonomo presupposto per operare la variazione in diminuzione in base alla norma.

Note di variazione in diminuzione, il caso del creditore inerte

In merito alle note di variazione, la prescrizione non può essere ricondotta tra le figure «simili» a quelle enucleate dalla norma. La stessa infatti, pur determinando l'estinzione del diritto a percepire il corrispettivo dell'operazione resa (così alterando definitivamente il rapporto tra le parti), consegue - diversamente dalle ipotesi di risoluzione o recesso - all'inerzia ingiustificata del creditore.

Secondo l'Agenzia delle Entrate, in applicazione della misura antecedente il 26 maggio 2021 al caso specifico, è necessario valutare se la prescrizione del credito possa rappresentare autonomo presupposto per operare la variazione in diminuzione in base alla norma che, riferendosi anche alle figure «simili» alle cause di «nullità, annullamento, revoca, risoluzione, rescissione», consente di valorizzare ragioni ulteriori per le quali un'operazione fatturata può venir meno in tutto o in parte o essere ridotta nel suo ammontare imponibile.

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