Lavoro, quali indennità riconoscere durante le ferie?
L’annosa questione è stata aperta dalla sentenza Williams emessa dai giudici comunitari. Da allora è sempre più dibattuta nelle aule dei tribunali italiani.

La giurisprudenza comunitaria, con la sentenza Williams in particolare, ha dato avvio ad una serie di contenziosi a livello nazionale circa la composizione della retribuzione durante il periodo di ferie del lavoratore.
I giudici europei hanno precisato i criteri cui attenersi per individuare gli emolumenti da includere nel calcolo e in particolare:
- la retribuzione delle ferie annuali deve essere calcolata in modo tale da coincidere con la retribuzione ordinaria del lavoratore;
- qualsiasi incomodo intrinsecamente collegato all'esecuzione delle mansioni e che viene compensato tramite un importo pecuniario incluso nel calcolo della retribuzione complessiva del lavoratore deve obbligatoriamente essere preso in considerazione ai fini dell'ammontare che spetta al lavoratore durante le sue ferie annuali;
- non devono essere presi in considerazione gli elementi della retribuzione complessiva del lavoratore diretti esclusivamente a coprire spese occasionali o accessorie che sopravvengano in occasione dell'espletamento delle mansioni;
- vanno inclusi gli elementi della retribuzione correlati allo status personale e professionale del lavoratore, quali gli elementi che si ricollegano alla qualità di superiore gerarchico, all'anzianità, alle qualifiche professionali.
Quindi, è compito del giudice di merito valutare, in primo luogo, il rapporto di funzionalità che intercorre tra i vari elementi che compongono la retribuzione complessiva del lavoratore e le mansioni ad esso affidate in ossequio al suo contratto di lavoro.
La sentenza ha dato avvio ad una serie di contenziosi a livello nazionale circa la composizione della retribuzione durante il periodo di ferie del lavoratore.
Ad esempio, la Corte di Appello di Torino (sentenza 30 giugno 2022 n. 258) ha affermato che la retribuzione per ferie non deve necessariamente coincidere con la retribuzione ordinaria, ma non deve neppure scendere al di sotto di un livello tale da dissuadere il lavoratore dalla fruizione delle ferie (per non perdere una quota consistente di retribuzione).
Il Giudice dovrebbe verificare se il valore dell’indennità annuale incida in minima parte o più sulla retribuzione complessiva annuale dal momento che, come afferma correttamente la Corte di Appello, “le ferie sono spalmate nel corso dell’anno, il che attenua ulteriormente l’effetto della decurtazione”.
L’argomento è certamente dibattuto e non si dimentichi che la determinazione della retribuzione dovuta per il periodo feriale è rimessa alla contrattazione collettiva.