L’amministratore della capogruppo risponde dei fatti della società controllata?

Il disastro ferroviario di Viareggio riapre il tema: la Cassazione impone un nuovo processo a carico, tra gli altri, dell'allora amministratore delegato della capogruppo.

L’amministratore della capogruppo risponde dei fatti della società controllata?

Nelle motivazioni della sentenza relativa al disastro ferroviario di Viareggio, la Corte di Cassazione ha affermato la possibilità di ritenere penalmente responsabile per fatti verificatisi in una società controllata anche l'amministratore delegato della capogruppo (Cass. pen. 6 settembre 2021 n. 32899).

La Suprema Corte ha specificato che, nel caso concreto, tale responsabilità penale per colpa deriva dall'esercizio dei poteri formalmente attribuiti e non dal fatto che l'amministratore abbia consapevolmente indotto l'amministratore della controllata alla violazione della legge penale, sfruttando la sua posizione di leadership all'interno del gruppo societario, o abbia operato come amministratore di fatto della controllata.

Secondo la Corte, confermano l'esistenza di significative competenze gestorie in capo alla holding, tra l'altro:

  • lo statuto della capogruppo, che assegnava alla medesima non solo compiti di holding di partecipazione ma anche quelli di holding operativa (in particolare, gestoria);
  • la scelta di sottoporre le scelte fondamentali della controllata, i propri interventi e la richiesta di finanziamento (allo Stato) all'analisi e all'approvazione della capogruppo;
  • il sistema del cash pooling, finalizzato nello specifico non (come ordinariamente accade) ad annullare o ridurre le diseconomie derivanti dalla coesistenza di saldi attivi e passivi in capo alle varie società del gruppo e operare dei microfinanziamenti a quelle in passivo ma al controllo sulla gestione economico-finanziaria delle controllate;
  • nel settore della sicurezza, l'attribuzione formale, da parte dalle disposizioni di gruppo, delle decisioni sugli interventi di manutenzione straordinaria della rete e gli interventi di sicurezza.

Nella fattispecie la capogruppo e il suo amministratore delegato non hanno usurpato poteri altrui né compiuto ingerenze indebite nella gestione delle controllate, ma hanno affiancato queste ultime esercitando i poteri volutamente conferiti, fortemente interferenti con l'autonomia delle società controllate, anche in tema di sicurezza della circolazione e del lavoro, che però comportano anche la gestione di un'area di rischio e l'attribuzione della correlata responsabilità.

 

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