La lavoratrice stressata che risponde male al cliente non può essere licenziata

La Cassazione sostiene che il comportamento scortese della dipendente verso un cliente non integri giusta causa di licenziamento, in quanto l'episodio isolato non compromette il rapporto fiduciario con il datore di lavoro

La lavoratrice stressata che risponde male al cliente non può essere licenziata

È illegittimo il licenziamento per giusta causa intimato ad una lavoratrice che, sotto stress per il forte afflusso della clientela nel periodo pre natalizio, risponde scortesemente ad un cliente utilizzando espressioni volgari, in quanto il suo comportamento non compromette il rapporto fiduciario con il datore di lavoro.

È quanto affermato dalla Cassazione con la sentenza del 2 maggio 2022 n. 13774. Confermando le pronunce dei due gradi precedenti, la Suprema Corte ha affermato che la violazione dell'obbligo di cortesia nei confronti della clientela comporta la sola sanzione conservativa, come stabilito dall'art. 220 CCNL Terziario 18 luglio 2008.

I giudici hanno pertanto annullato il licenziamento, con la conseguente reintegrazione della lavoratrice e una contenuta indennità risarcitoria.

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