Esentasse lo sconto ai dipendenti se il prezzo pagato è pari al valore normale del bene

Non è tassato lo sconto praticato ai dipendenti per l'acquisto dei prodotti commercializzati dall'azienda, se i lavoratori corrispondono il valore normale del bene al netto degli "sconti d'uso”

Esentasse lo sconto ai dipendenti se il prezzo pagato è pari al valore normale del bene

È irrilevante ai fini IRPEF lo sconto praticato da una società ai propri dipendenti per l'acquisto dei prodotti commercializzati se il prezzo corrisposto dai dipendenti è pari al valore normale del bene, al netto degli sconti d'uso. È quanto affermato dall’Agenzia delle Entrate in relazione ad un caso concreto oggetto di interpello.

Come noto, se il datore di lavoro commercializza beni o servizi ad un prezzo scontato, l'eventuale rilevanza fiscale deve essere considerata in base alle regole ordinarie dei redditi da lavoro dipendente che sanciscono il principio di onnicomprensività degli stessi.

In via generale, dunque, in caso di cessioni verso i dipendenti, il reddito da assoggettare a tassazione è pari:

- al valore normale, se il bene è ceduto o il servizio è prestato gratuitamente;

- alla differenza tra il valore normale e le somme pagate dal lavoratore, se per la cessione del bene o per la prestazione del servizio il dipendente corrisponde delle somme.

Nel caso preso in analisi dal Fisco, considerato che, sebbene venga praticato uno sconto ai dipendenti per l'acquisto dei prodotti commercializzati, i lavoratori corrispondono il valore normale del bene al netto degli "sconti d'uso", l'importo corrispondente allo sconto non è imponibile.

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