Emergenza COVID-19: ancora proroghe per smart working e congedi parentali

È in vigore il nuovo Decreto finalizzato a fronteggiare la crescita dei contagi da COVID-19: quali sono le novità per il mondo del lavoro?

Emergenza COVID-19: ancora proroghe per smart working e congedi parentali

Il Governo, per contrastare il perdurare della pandemia, ha prorogato al 31 marzo 2022 lo stato di emergenza e ridotto, a partire dal 1° febbraio 2022, la durata del Green Pass da 9 a 6 mesi. Le due novità impattano anche sul modo del lavoro. Ecco come.  

Green Pass e attività lavorativa: cosa cambia?

È prevista la proroga al 31 marzo 2022 dell'obbligo, ai fini dell'accesso ai luoghi di lavoro, di possedere e di esibire, su richiesta, la Certificazione Verde COVID-19.

Smart working semplificato

È prevista la proroga al 31 marzo 2022 della possibilità, per ogni rapporto di lavoro subordinato, di svolgere la prestazione di lavoro in modalità agile anche in assenza di accordi individuali. Il ministero della Salute entro il prossimo 25 gennaio individuerà l'elenco delle patologie croniche con scarso compenso clinico e con particolare connotazione di gravità. Sino ad allora è prevista la modalità agile per i lavoratori fragili e, comunque, non oltre il 28 febbraio 2022.

Congedi parentali

È prevista la proroga al 31 marzo 2022 dei congedi parentali per i lavoratori dipendenti genitori di figlio convivente minore di anni 14, alternativamente all'altro genitore, per un periodo corrispondente in tutto o in parte alla durata:

- della DAD;

- dell'infezione da COVID del figlio;

- della quarantena del figlio disposta dall’ASL a seguito di contatto.

Il beneficio è riconosciuto anche ai genitori di figli con disabilità in situazione di gravità accertata, a prescindere dall'età del figlio, anche nell’ipotesi di chiusura del centro diurno a carattere assistenziale frequentato dal figlio.

Sorveglianza sanitaria eccezionale

Fino al 31 marzo 2022, i datori di lavoro pubblici e privati assicurano la sorveglianza sanitaria eccezionale dei lavoratori maggiormente esposti a rischio di contagio, in ragione dell'età o della condizione di rischio derivante da immunodepressione, anche da patologia COVID-19, o da esiti di patologie oncologiche o dallo svolgimento di terapie salvavita.

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