Dipendente senza Green Pass, il datore deve accettare la prestazione lavorativa

Il datore di lavoro non può rifiutare la prestazione lavorativa di una dipendente perché priva di Green Pass.

Dipendente senza Green Pass, il datore deve accettare la prestazione lavorativa

In assenza di uno specifico obbligo di legge il datore di lavoro non può rifiutare la prestazione lavorativa di una dipendente perché priva di Green Pass. Il dovere di vigilare sulla sicurezza nei luoghi di lavoro non può, infatti, portare il datore di lavoro a richiedere al dipendente l'effettuazione di un tampone per ottenere la certificazione verde.

I fatti di causa

Una lavoratrice, impiegata presso un impianto sportivo, nel mese di agosto 2021 era stata allontanata dal posto di lavoro poiché priva del Green Pass. Successivamente, le veniva anche revocata la retribuzione.

La lavoratrice si opponeva alle decisioni del datore di lavoro poiché:

- all'epoca dei fatti non esisteva alcun obbligo di legge circa il possesso del Green Pass per svolgere la propria prestazione lavorativa negli impianti sportivi;

- le scelte datoriali non potevano discendere nemmeno da una generica violazione dell'obbligo di sicurezza, poiché la dipendente indossava sempre la mascherina e rispettava tutte le altre norme atte a prevenire la diffusione del COVID-19.

Pertanto, la lavoratrice chiedeva di essere risarcita per tutte le mensilità di lavoro perso.

La decisione del Tribunale

Il Tribunale, analizzando il caso, afferma che, in assenza di un obbligo di legge nel tempo in cui si sono svolti i fatti, il datore di lavoro non potesse imporre la vaccinazione ai propri dipendenti.

Nel caso di specie, non essendo la dipendente mai stata contagiata dal COVID-19, per ottenere il Green Pass essa sarebbe stata costretta ad effettuare un tampone ogni 48 ore.

Analizzando anche il Protocollo condiviso per il contenimento della diffusione del contagio nei luoghi di lavoro (sottoscritto il 24 aprile 2020 e più volte aggiornato) emerge che, all'epoca dei fatti, il possesso di tampone negativo potesse essere richiesto al lavoratore - in adempimento degli obblighi gravanti sul datore di lavoro - solo in presenza di un provvedimento dell'autorità sanitaria o di una motivata richiesta del medico competente, fattispecie che esulano dal caso in esame.

Pertanto, risulta illegittimo il rifiuto della prestazione della ricorrente operato dal datore di lavoro almeno fino al 15 ottobre 2021.

 

news più recenti

Mostra di più...