Controlli a distanza: nulla la vecchia clausola che limita l’uso delle registrazioni
Via libera all’utilizzo delle informazioni acquisite ai fini disciplinari: l’autorizzazione all'installazione degli impianti resta valida, la clausola è nulla

È legittimo l’utilizzo delle registrazioni effettuate, dopo la riforma del Jobs ACt, in base a un’autorizzazione amministrativa all'installazione di impianti audiovisivi - concessa prima della riforma - sebbene contenente una clausola che prevede limiti di utilizzabilità a fini disciplinari delle informazioni acquisite. Il Jobs ACt sancisce, infatti, l'utilizzabilità delle informazioni "a tutti i fini connessi al rapporto di lavoro". Pertanto, in casi come quelli descritti, occorre considerare l’autorizzazione valida e la clausola come se non esistesse.
Ad affermarlo è stata la Corte di Cassazione, chiamata ad esprimersi sul licenziamento per giusta causa intimato dal datore di lavoro per aver sorpreso, tramite l'analisi delle immagini registrate dal sistema di videosorveglianza, il lavoratore sottrarre della merce aziendale. L'impianto in questione era stato oggetto di autorizzazione da parte dell'Ispettorato territorialmente competente nella vigenza della vecchia formulazione dello Statuto dei Lavoratori. In particolare, l'atto amministrativo autorizzava l'impianto di videosorveglianza per ragioni connesse alla sicurezza del lavoro e per la tutela del patrimonio aziendale e vietava l'utilizzo delle informazioni raccolte per fini disciplinari. La difesa del lavoratore ha invano richiamato l'inutilizzabilità delle informazioni raccolte poiché in violazione del contenuto dell'autorizzazione amministrativa.
La Cassazione, confermando quanto già deciso in Appello, ha sancito la legittimità del licenziamento nonostante i limiti di utilizzabilità presenti nell'atto amministrativo. Ciò in ragione dell’attuale regime normativo secondo il quale l'autorizzazione amministrativa non può contenere detti limiti di utilizzabilità (Cass. 9 novembre 2021 n. 32683).